lunedì 27 settembre 2010

Chi punta i riflettori?

Il presidente iraniano Ahmadinejad ha messo sottosopra l'Assemblea dell'Onu del 23 settembre. Ha criticato il capitalismo spietato dell'attuale economia e il progressivo distacco dell'uomo dai valori fondanti, a partire da quelli religiosi. Ma il punto clou del discorso è stata la denuncia del sistema di propaganda contro il terrorismo, male oscuro che pareva minacciare il mondo intero dopo l'attacco alle Torri Gemelle. E proprio sull'11 settembre Ahmadinejad ha voluto porre la questione della necessità di un'inchiesta seria, considerato che la versione ufficiale è ormai sostenuta solo dal governo statunitense, mentre la maggior parte della popolazione americana (e mondiale) è convinta che l'attentato sia stato organizzato dai servizi segreti per risolvere la situazione economica o che comunque il governo abbia collaborato con il gruppo terrorista, traendo vantaggi dall'operazione.
Naturalmente, appena nominate le parole proibite "11 settembre" i rappresentanti degli Stati Uniti sono usciti dall'aula del Palazzo di Vetro, seguiti da altri europei. Quale esempio di democrazia, si rifiutano non solo di rispondere a qualsiasi domanda in proposito ma proprio non permettono la messa in discussione del dogma della nuova era.
Ma il presidente iraniano non si è fermato qui; ha parlato del nucleare, chiedendo "nucleare civile per tutti, nucleare militare a nessuno" e ricordando che membri appartenenti al Consiglio di Sicurezza, oltre ad Israele, sono in possesso di armi nucleari. Il 2011 dovrebbe essere l'anno del disarmo mondiale.
Infine ha concluso mostrando agli astanti i due "libri sacri", la Bibbia e il Corano, e ribadendo eguale rispetto per entrambi.

Ahmadinejad, che ci è stato presentato dai media come un personaggio diabolico, e in parte lo sarà ma non meno di certi americani che si spacciavano per "esportatori di democrazia", nonostante le manipolazioni delle sue dichiarazioni, che ogni volta creano dibattiti e scandali su qualsiasi materia, a volte sono in parte condivisibili e potrebbero far riflettere.
Per esempio per quanto riguarda la questione di Sakineh, processata per l'omicidio del marito, e non condannata alla lapidazione per adulterio come alcuni ci hanno raccontato, non ha tutti i torti quando fa notare che negli USA proprio in questi giorni una donna, Teresa Lewis, cui era stato diagnosticato un disturbo mentale borderline, è stata giustiziata per aver organizzato l'omicidio del marito (i due assassini invece sono stati condannati all'ergastolo). La domanda è: perché tanto accanimento nei confronti del regime iraniano, mentre per una pena capitale decisa negli States si mantengono toni relativamente bassi? Se si è contro la pena di morte bisogna denunciare entrambi i casi con la stessa fermezza. L'unica differenza tra Stati Uniti e Iran è che nei Paesi mediorentiali l'idea di Stato laico è ancora molto lontana. Ma per Sakineh abbiamo detto che non si tratta di un'accusa di adulterio, che la shari'a punisce con la lapidazione, quindi non si può attaccare il fondamentalismo islamico questa volta. Inoltre negli ultimi anni la lapidazione non è più stata attuata come pena in Iran, perché proibita per legge, e tutte le esecuzioni vengono eseguite per impiccagione. La stessa cosa non si può dire per altri Stati arabi di cui non si sente parlare mai, forse perché sono "nostri alleati", come l'Arabia Saudita.
Altra questione di cui in questi mesi si è parlato spesso, soprattutto in seguito a dichiarazioni di Ahmadinejad: il Trattato di Non Proliferazione proibisce ad altri Paesi di aumentare l'uso del nucleare civile, ma vi sono alcuni Stati che sono in possesso della maggior parte delle armi atomiche mondiali. Insomma, a me cosa cambia se ad avere un arsenale di missili di uranio è  il governo degli Stati Uniti piuttosto che Putin o un Ahmadinejad?! Nessuno dovrebbe essere in possesso di queste armi di distruzione di massa, punto. Mi si dirà che il presidente dell'Iran è uno squilibrato, è Mefisto in persona, ma per quale motivo siamo portati a pensare questo? E attenzione non sto metttendo in dubbio la "mefistofelicità" del personaggio, che è alquanto controverso, ma il motivo, le informazioni che ci hanno portato a costruirci una determinata immagine di lui. Chi punta i riflettori? Chi sceglie le dichiarazioni su cui aprire dibattiti? Chi decide di iniziare campagne  televisive per la difesa dei diritti umani in uno Stato piuttosto che in un altro? Esiste solo l'Iran? Esiste solo Ahmadinejad? Possibile che sia l'unico presidente-dittarore di quei Paesi ad uscirsene con una cazzata a settimana? Oltretutto dovremmo sempre pesare le sue parole e misurarle con il contesto in cui vengono espresse...e in Iran il potere è controllato dagli ayatollah.
Vi invito a riflettere di più e senza pregiudizi su tutte le notizie che ci vengono proposte dai media ufficiali e magari a cercare altre versioni, altri punti di vista, altre opinioni. Sentire prima tutte le campane per capire esattamente la scala musicale originale.
In passato alcune dichiarazioni di Ahmadinejad sono già state manipolate dai giornali, come quando gli era stata attribuita una frase infelice sull'Israele che sarebbe scomparso "dalle carte geografiche" in breve tempo, mentre lui aveva parlato di "sparire dalle scene"... e il concetto cambia. Insomma, non stiamo parlando dell'ultima dichiarazione di Gasparri, che anche se cambi una parola non stravolgi nulla perché non dice nulla. Avendo a che fare con un protagonista di primo piano della politica internazionale degli ultimi anni, o almeno così ci viene dipinto, se traduci "from the scene" con "carte geografiche", rischi di destabilizzare gli equilibri mondiali, creando polemiche, pregiudizi e astio verso quell'area di pensiero che rappresenta...


Intanto vi segnalo anche una nuova iniziativa di Lo Sai, stavolta in format radio, con musica su signoraggio, informazione manipolata, rivoluzioni possibili...  LoSaiOnAir

sabato 11 settembre 2010

11 settembre: nove anni senza verità

Nove anni fa, l'11 settembre 2001, abbiamo assistito in tempo reale al crollo delle Twin Towers, grazie alla diretta televisiva. Oggi ne sappiamo tanto quanto prima. Sappiamo cosa abbiamo visto. O cosa hanno voluto che vedessimo.
Tutti noi crediamo ciecamente in quello che vediamo coi nostri occhi, così se vediamo delle immagini in televisione non le mettiamo in dubbio e non mettiamo in dubbio neanche quello che ci raccontano, se ad accompagnare le parole ci sono dei filmati. Ma dimentichiamo il passaggio tra il fatto, la telecamera e l'occhio umano. Bastano due fotogrammi ripetuti all'infinito per farci credere che un aereo si è schiantato contro un edificio.

Una cosa è certa: troppe cose non quadrano nella versione ufficiale di quell'attentato: 
1) La prima torre è caduta in 9 secondi, praticamente un tempo di caduta libera; nelle macerie di tutti gli edifici era presente del metallo fuso e un materiale chiamato termite, usato per le demolizioni; i sopravvissuti hanno sentito 8/9 esplosioni e c'erano persone ferite prima dello schianto dell'aereo.
2) Contro il Pentagono si sarebbe schiantato un Boeing 757, un aereo largo 38 metri, mentre il buco nell'edificio è di soli 5 metri; del Boeing quasi nessun resto, neanche nei filmati (che all'inizio erano stati tutti sequestrati).
3) Perché i caccia della difesa non hanno intercettato gli aerei dopo aver saputo che erano stati dirottati?
4) Dopo tre giorni l'Fbi sapeva già tutto dei dirottatori dei 4 voli, ma non ha mai fornito nessuna prova contro di loro. 
5) Ha organizzato tutto Bin Laden? Gli Usa addestravano uomini di Al-Qaeda e hanno collaborato con questi in vari conflitti, come in Bosnia...

Questi sono solo alcuni dei dubbi sulla versione dei fatti ufficiale. Molti non vogliono neanche sentire queste obiezioni. Pensare che anche solo una di queste osservazioni possa essere esatta, significa prendere in considerazione l'ipotesi di essere stati presi in giro per tutto questo tempo. Ammettere che le Torri non sarebbero cadute in quella maniera in un tempo così breve, senza alcun segnale di propagazione graduale dell'incendio, significa accettare l'idea che quelle tremila persone non sono morte in un attacco terroristico, ma sono state ammazzate dall'Fbi, dal governo degli Stati Uniti d'America e da Bush, in collaborazione con cellule di Al-Qaeda.

"Ma Bush che ci guadagnava?". "Bin Laden cosa ci guadagnava?" - "Ma Bin Laden è un terrorista!" - "Ah, già. Però a Madrid un edificio simile, ancora in costruzione, bruciò per venti ore di fila, come una torcia, e alla fine il telaio restò intero. Le Torri Gemelle erano state costruite apposta per resistere anche in caso di attacchi di più aerei". "Beh ma dalla teoria alla pratica non sai mai..." - "E del crollo in 9 secondi 9? E delle tracce altissime di bario, contenuto soltanto in una variazione della termite, usata solo da militari?" - "E quando l'avrebbero minato? Maddai...Si è visto benissimo l'aereo".

Ci sono decine e decine di associazioni che ad oggi chiedono verità sull'11 settembre. Non è necessario essere d'accordo con teorie di grandi cospirazioni per ammettere che qualcosa non è andato come vogliono farci credere. Se tutti, prima di schierarci, iniziassimo ad informarci e a riflettere un po' di più sui fatti, lasciando perdere per un attimo tutto quello che dice la televisione, diventeremmo almeno soggetti pensanti liberi.

Hanno girato vari film-documentario sull'11 settembre, a cominciare dal famoso September Clues a Confronting the evidence mandato in onda tempo fa su RaiTre da Report. Molto bello anche il tutto italiano "Zero. Inchiesta sull'11 settembre" di Giulietto Chiesa, con la partecipazione di Dario Fo, Lella Costa e Moni Ovadia. Tanti video interessanti si trovano su YouTube. Di certo non aspettate di vederli in tv. Già questo dovrebbe farvi riflettere: perché monopolizzare l'informazione fornendo informazioni solo da una parte? Se fossero solo delle sciocchezze non dovrebbero aver paura di mostrarle a tutti. Ma non sia mai che qualcuno inizi a farsi domande e pensare con la sua testa...

Non si tratta di scegliere un'alternativa. La verità non è alternativa. La verità è una. E non ci si può accontentare di una spiegazione che sia verosimile. Anche e soprattutto in memoria delle vittime dell'11 settembre, la verità è necessaria.

 

martedì 7 settembre 2010

Si muore quando si è soli

Due giorni fa Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica-Acciaroli (Salerno), è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco mentre tornava a casa. L'hanno fermato in una stradina a senso unico e gli hanno sparato 9 volte attraverso il finestrino. Un omicidio che ha tutte le caratteristiche di un agguato camorristico. Vassallo si è sempre battuto per la legalità e la difesa del territorio, soprattutto valorizzando i prodotti tipici locali e l'ambiente, tanto da far guadagnare al mare del suo comune la bandiera blu di Legambiente. Pescatore, era stato rieletto a marzo per la seconda volta in una lista civica, dopo essere uscito dalle file del PD.
Gherardo D'Ambrosio, ex pm di Mani Pulite, lo descrive così:
È stato uno dei primi sindaci a puntare sulla raccolta differenziata. Ricordo ancora, più di dieci anni fa, era già sindaco, stava in piazza con i vigili urbani a controllare come i cittadini facevano la raccolta differenziata. [...] I cittadini sono stati educati e in quel comune, in tutto il Cilento, non c’è mai stata emergenza rifiuti e scarsissimo ricorso alle discariche. Anche nei periodi più difficili per la Campania, il Cilento era la Svizzera. In quella zona, poi, è difficile trovare casa perché Vassallo aveva vincolato tutti i piani regolatori ed è difficilissimo costruire. Questo ed altro aveva trasformato Pollica e Acciaroli in una zona con cinque bandiere blu per le spiagge meravigliose, frequentata da turismo di alto livello, un porto turistico gioiello

Un personaggio scomodo, che non era disposto ad abbassare la testa e a strisciare davanti a nessuno. Lottava per quello in cui credeva, convinto di poter migliorare il suo paese. Era il simbolo di una nuova alternativa, in un territorio dove l'inquinamento causato dal problema dei rifiuti e la continua cementificazione in barba a qualsiasi idea di ecologia sono la regola, Vassallo era la dimostrazione che un'altra strada è possibile. Forse ha detto un "no" di troppo a qualche richiesta di autorizzazione per costruzioni o altro, e da lì è scattata la condanna.  L'hanno eliminato perché era un ostacolo e allo stesso tempo hanno abbattuto un simbolo. Si muore quando si resta soli a combattere contro un sistema così potente. 
Ora potremmo anche stare ore a parlare di cosa ha fatto Angelo Vassallo ma non basta. Dov'erano i media prima? Dov'erano i politici a sostenere le sue iniziative? E' troppo tardi accendere i riflettori quando c'è il morto. Queste storie vanno raccontate sempre e portate a esempio.
 Domani nessuno parlerà più di Angelo Vassallo, come non si parlerà di tutti gli altri morti ammazzati dalla camorra o dalla 'ndrangheta. Eppure lo spazio ci sarebbe, eccome, anche nei telegiornali, invece di dare le ricette della zia Pina e di intervistare quei quattro gatti che vanno a fare shopping quando ci sono i saldi.
Oggi fa specie vedere in primo piano al tg le notizie di politica sul balletto del qua-qua di finiani & company e poi un mini-servizio fatto quasi "per obbligo", come uno studente svogliato fa il compitino per il giorno dopo, su una vicenda del genere. Oggi dicono che bisogna aspettare i risultati delle indagini, ci mancherebbe. Ma quando si avranno non ci sarà più spazio per la memoria di un sindaco ammazzato con 9 colpi di pistola, che passa come un fatto normale, nel Mezzogiorno, o come cronaca nera.
Quindi, almeno per oggi, a che vale parlare di tutto il resto?

A proposito di palinsesti che non guardano in faccia a nessuno, vorrei spendere una parola per Shoya Tomizawa, 19 anni, pilota giapponese nella Moto2 che a causa di una grave caduta nel GP di Misano è morto in seguito alle lesioni riportate. Non entro nei dettagli della polemica sui soccorsi eccetera. Voglio dire solo una cosa: perché non fermare la gara? Perché non fermare tutto quando si è saputo che Tomizawa era morto? A qualsiasi ora sia avvenuto il decesso, la gara della classe regina era in corso o stava per cominciare, ma come si fa a guardare Pedrosa e gli altri festeggiare per aver guadagnato altri punti in classifica, quando un ragazzo è morto mezzora prima?

Articoli su Angelo Vassallo:

mercoledì 25 agosto 2010

Euroschiavi - date alle banche quello che non è delle banche

"Il sistema monetario globale si basa su un'illusione psicologica e su una gigantesca frode in cui si distinguono due gruppi di persone: i miliardi di persone che non sanno nulla di questo e una ristretta oligarchia bancaria internazionale, o meglio sovranazionale, che lo sa e basa su di questo la propria ricchezza e il proprio potere." Marco Della Luna
"Più lavoriamo più siamo schiavi del sistema bancario!" Lino Rossi
Le banconote dell'euro sono stampate in Malesia e non hanno un numero progressivo. Vuol dire che non sappiamo quante ne vengono stampate, ed è possibile che vengano stampate, poi ritirate e distrutte, creando così il presupposto per stamparne di più, operazione che la banca fa senza sostenere alcuna spesa e guadagnando il 100% con gli interessi, ma siccome la banca ha il monopolio, si garantisce di guadagnare.

Sul sito www.radioradicale.it è possibile ascoltare una conferenza tenuta da Marco Della Luna il 12 gennaio 2007 in occasione della presentazione del suo libro "Euroschiavi". Siccome dura 2 ore e mezza e probabilmente per chi ha ne ha già sentito parlare non aggiunge niente di nuovo alle informazioni che girano in rete, ma per chi non ha mai sentito parlare di signoraggio, monopolio dell'emissione di denaro da parte di banche private senza alcun controllo da parte degli Stati e frode del debito pubblico, potrebbe essere interessante, ho provato a riassumere il discorso.

Vi sarete accorti delle continue norme che scoraggiano l'uso del denaro materiale contante, per favorire meccanismi come le carte di credito che saranno comode (quando funzionano), ma stanno contribuendo al processo di annullamento del denaro come bene di proprietà per portarlo sotto il controllo elettronico delle banche e trasformarlo in denaro virtuale.

COS'è IL DENARO
E' più facile definirlo parlando delle sue funzioni principali: misurare il valore di cose/prestazioni, accumulare valore, pagare debiti/garanzie. Il denaro permette l'incontro di domanda e offerta: con il denaro posso comprare un'automobile o stipendiare un dipendente. Quindi è potere d'acquisto, ossia qualcosa che da' la possibilità di avere qualcos'altro. Per questo è necessario nella nostra economia.

COME VIENE PRODOTTO
Il denaro nasce come registrazione contabile, di carattere bancario. Se faccio richiesta per un mutuo di 200.000 euro, la banca metterà un'ipoteca sulla casa e mi darà 200.000 euro che poi io restituirò con gli interessi, a rate. Invece non è così.
La banca non mi presta 200.000 euro, mi da' un assegno circolare di 200.000 euro, che non è denaro. La banca ha aumentato il suo patrimonio di 200.000 euro più le spese più gli interessi futuri: questo è un guadagno netto, su cui non paga tasse, per cui non ha sostenuto spese né sostenuto rischi, perché garantito dal bene; usa la garanzia altrui.

L'articolo 1813 del Codice Civile definisce il mutuo come il contratto in cui il mutuante dà al mutuatario una quantità di denaro o cose mobili fungibili che si impegna a restituirlo con interessi. Il punto centrale è la consegna del denaro. Ma l'assegno circolare non è denaro, posso esigere che mi venga dato denaro ma non è denaro l'assegno in sé. Allora non può esserci mutuo.
L'avvocato Alfonso Marra ha fatto causa alle banche per finti contratti di mutuo, sostenendo che se il capitale erogato è zero, qualsiasi somma che noi paghiamo per interesse corrisponde a un tasso infinito (100:0), quindi sarà sempre un tasso usuraio.

EVOLUZIONE DEL POTERE MONETARIO
Fino al primo dopoguerra la creazione di moneta era affidata alle banche centrali di emissione, moneta che non essendo più coperta dalla base dell'oro dal '29 è solo carta: le banche centrali di emissione stampano carta. (Vedi articolo del post precedente). Su questa carta realizzavano un profitto: il signoraggio.
Oggi il 95% dei pagamenti non è fatto con contanti stampati dalle banche centrali ma con moneta creditizia. La quantità di denaro reale è un settimo della cosiddetta M1, il totale della moneta presente nel nostro sistema economico: su 8 unità di denaro, una è contante, le altre sette sono denaro virtuale.
La banca ha un centesimo in contante della cifra che emette in assegni circolari e compagnia bella, pezzi di carta che rappresentano un denaro che non esiste. Ma mi da' la possibilità di comprare.

Richard Werner, un economista tedesco, ha definito il denaro potere d'acquisto puro che ha una consistenza puramente psicologica. Vale perché siamo noi ad accettare questa convenzione.

RICHARD WERNER IN GIAPPONE

Questo economista tedesco alla fine degli anni '80 si trovava in Giappone, dove l'economia era organizzata in modo opposto alla scuola monetarista (competitività, libero mercato, libertà di tassi, divieto di oligopoli, mercato del lavoro liberalizzato, ecc.); eppure il Giappone era molto più costante nella crescita economica rispetto a Stati Uniti e Gran Bretagna (Reagan, Thatcher) che implementavano determinati settori dell'economia tagliando anche la spesa pubblica.
Improvvisamente si verificò un crollo economico, a partire da un 30% nel settore immobiliare che trascinò a catena lo Stato in una spirale di recessioni, fallimenti, fino ad una valanga di suicidi. Dopo il crollo del '91 il governo attuò un tipo di politica keynesiana: spesa pubblica, defiscalizzazione, pacchetti per favorire alcuni settori. Nulla di tutto ciò ebbe effetto.
A un certo punto, come si era fermata, l'economia riprese.
Di solito si pensa che quando i tassi salgono l'economia si contrae e viceversa quando si abbassano l'economia riprende. Bene, Richard Werner dimostrò che non era vero in questo caso.
Nessun fattore risultava correlato all'alto e basso dell'economia tranne uno: la quantità di potere d'acquisto presente sul mercato, cioè M1 che è il contante insieme alla moneta creditizia.

Chi mette a disposizione il denaro? La banca centrale.
Un tempo c'era un vincolo: la riserva; a fronte di 10 unità di contante la banca poteva prestare 100, che significa la possibilità di prestare 10 volte quello che avevano. Oggi non c'è più neanche questo vincolo. La banca crea dal nulla il potere d'acquisto.

Werner si chiese se le agevolazioni fiscali avessero un impatto sul piano economico e le indagini statistiche diedero una risposta negativa. Con le tasse si può deprimere l'economia ma le tasse prendono da una parte e mettono in un'altra; un trasferimento di denaro non aumenta il potere d'acquisto quindi è neutrale, inefficace. Le manovre fiscali hanno una funzione semplicemente redistributiva, danno potere ai politici e non stimolano lo sviluppo.
Perché le banche giapponesi avevano monetizzato per dare massimo potere alla domanda e all'offerta affinché si incontrassero nel punto più alto nel periodo dal '47 al '91 e poi tagliarono l'ossigeno?
Il nostro amico Richard Werner fece una cosa molto semplice: andò dai banchieri a chiedere spiegazioni. I banchieri risposero di aver eseguito gli ordini del Governatore della Banca del Giappone, cosa che fu poi confermata. Il governatore forzava la concessione di credito rispetto a quella che il mercato avrebbe concesso secondo il rapporto tra beneficio e rischio.
Non viviamo, come ci viene fatto credere, in un'economia di mercato, perché l'obiettivo non è l'allargamento del mercato ma la massimizzazione del potere d'acquisto.
Mister Fukuy disse: "tagliate il credito". E crollò il settore immobiliare. Se erogo 100 e a un certo punto riduco a 70 creo l'impossibilità di pagare i debiti. Dunque la stretta bancaria, attuata con la scusa di dover restituire dollari agli Usa, trascinò il Giappone nel baratro.
Dopo anni di fallimenti di politiche fiscali che non produssero alcun risultato, il governatore della banca centrale chiese più indipendenza per la banca, che formalmente era ancora sotto il Ministero del Tesoro. Ottenuta questa, ridiede ossigeno all'economia.
A quel punto però aveva ottenuto una riforma stravolgente della società, che passa sotto il controllo delle banche private le quali decidono quando tagliare i fondi, contribuendo a crisi di governo e rivolte popolari, per poi riportare il sistema in equilibrio una volta ottenuti i loro fini, con un nuovo governo in cui saranno presenti infiltrati delle banche centrali.

Questa frode nel vecchio continente è stata legalizzata nel Trattato di Maastricht in cui si stabilì la totale indipendenza dell'autorità monetaria da controlli politici, che in Paesi normali - non come in Italia -, sono stati eletti democraticamente. Queste norme hanno portato ad una totale autocrazia della Banca Centrale Europea, senza possibilità di indagini giudiziarie sul suo operato.

In un sistema non governato dal signoraggio bancario come funzionerebbe? Una banca centrale, statale, che appartenga al popolo, deve creare denaro di proprietà, per creare soldi senza creare inflazione e annullare il disavanzo. Perché è chiaro che se aumento il denaro in circolazione senza che vi sia a fronte di quest'incremento un aumento della produzione di beni, creo inevitabilmente inflazione. Se al contrario diminuisco il potere d'acquisto del mercato i beni marciranno nei magazzini, perché non ci sono abbastanza soldi e di conseguenza società e Stati si rivolgeranno alle banche, indebitandosi.

BCE E I CONTI DELLE MERAVIGLIE

Nel momento in cui il bilancio primario statale diventa passivo dopo il pagamento degli interessi sul debito pubblico, viene sottratta una quantità di denaro che manterrebbe l'equilibrio se restasse nel mercato internazionale, invece di essere fagocitato dal sistema bancario.

Questo è il signoraggio: dare alle banche quello che non è delle banche.

Tutto questo nei conti delle banche centrali non risulta.
Il bilancio è formato di due parti che sono lo stato patrimoniale e il conto economico, e si deve chiudere con profitto o perdita.
Nel conto delle banche centrali di emissione dovrebbe figurare come attivo quanto ha incassato vendendo carta-moneta a costo zero contro articoli di debito pubblico pagati con le nostre tasse. Non figura.
Nello stato patrimoniale dovrebbe essere documentata la vendita di banconote. Nel passivo c'è una voce che si chiama "denaro circolante", nell'attivo compare una posta di pari importo chiamata "proventi da locazione di banconote". Ma...le banconote non si trovano come riserva, è il denaro che abbiamo in tasca noi! E' solo una piccola parte del denaro stampato. E poi perché passivo? Una volta emesso non deve ripagarlo, discorso che poteva avere senso quando la base era l'oro... All'attivo dovrebbe esserci un valore enorme che è la somma che anno dopo anno la banca ha guadagnato col signoraggio.

Le banche demonetizzano a livello di base monetaria il mercato; possono distruggere banconote sostituendole con denaro finto, emanato da loro, quindi carta stampata, che costituisce debito.
Chi ha il controllo dell'emissione delle monete ha il controllo. Le azioni sono state smaterializzate, sono virtuali, è tutto su un computer, le creano a tavolino.
Se il mercato dispone di 100 unità prestate, a fine anno le restituisce, perché sono state prodotte, ma le 5 unità d'interesse non sono state create. Allora si riparte con un nuovo debito.
Il continuo indebitamento degli Stati è una sottrazione di denaro al futuro.